“Le strutture biologiche: piante” di S. Scannerini
Il sistema albero nel suo essere organismo composto di radici-fusto-foglie, è un organismo o una comunità di germogli?
Le cellule che strutturano il suo corpo, che rimane divisibile e si può replicare, forma un organismo coerente, univoco?
La sua ipotesi è che proprio le pareti cellulari funzionino da connessioni tra cellule, messaggerie per l’intero organismo .
Io penso che pur con le sue competenze diffuse in modo decentrato e periferico, una pianta possa intendersi già nel suo seme come capace di univocità grazie a cooperazioni, confronti tra parti, reazioni programmate a eventi esterni previsti o singolari.
Quel che una pianta sa di D.Chamovitz
Molto diversi sono i sensi dei vegetali adatti a discernere le diverse lunghezze delle onde luminose, la percezione dei campi magnetici, la percezione dell’umidità, la percezione che rivela la presenza di funghi lieviti, i loro primi alleati, e tanto altro…Purtroppo il lavoro dei laboratori è su piccola scala…
Tuttavia c’è un “senso” che noi e le piante abbiamo in comune, che mi è piaciuto trovare qui così ben descritto e che c’entra col mio dilemma (corpo unico o periferie in rete): il senso che dà alla pianta la propriocezione del proprio corpo nello spazio (Dove mi trovo? Cos’è basso, cos’è alto? In che direzione cresco nelle radici e nella chioma? Come intercalo i miei rami, come distribuisco i diversi pesi tra le parti?)
Come noi possediamo in ogni orecchio un organello composto di camera, liquidi, ossicini che regolano per noi la percezione del nostro equilibrio e la nostra postura in accordo ad appoggi a terra e campo visivo, cosi in analogo modo, in ogni cuffia terminale di pelo radicale e distribuiti negli steli della pianta sono presenti degli organelli che registrano dove sta il corpo e come, nello spazio in cui si va espandendo. Non due organelli come per ogni corpo umano, ma tanti negli steli, nei rami e negli apici radicali.
Un’ipotesi di “costellazione di punti che percepiscono l’equilibrio”
E qui mi piacerebbe saperne di più. Allora io immagino che questi statoliti siano collocati nel corpo vegetale come una costellazione che può dare alla chioma e a tutto il sistema di ramificazione aerea, un soma, un potenziale di forma. I moduli base o germogli si aggiungono alla rete già preesistente in modo armonico grazie a questi sensori del peso e dell’equilibrio.