Ammalata, per muovermi, sono andata a passeggiare in campagna, i vicini stanno raccogliendo le mele, la raccolta dell’uva è finita e le foglie della vigna trascolorano. Il sole del dopopranzo è di un caldo estivo, ma appena viene adombrato da un filare, l’aria si fa fresca. Nel mio giardino i topinambur sono cresciuti proni a terra, il fusto fa un inchino e solo il fiore si rialza verso il sole, più storti di me che sono bloccata con la schiena. Grazie a questo dolore, che mi ha fermata dal volerci essere (al lavoro) dal voler avere sempre ragione, dal voler giudicare… e grazie ai topinambur di prostrarsi con me. Solo quelli all’ entrata della casa. Quelli in mezzo al giardino sono verticali, ma anche il fiore grande dell’ ibiscus da canna è prono e anche gli esili settembrini. La causa potrebbe essere l’alternanza di periodi prolungati di siccità alternati a focosi temporali ventosi e snervanti per ogni pianta che non abbia un fusto legnoso. Sui settembrini selvatici e azzurrognoli volano farfalline dello stesso colore. Ho fatto la foto . Poi sono andasta a posare la mia dolorante schiena sul tronco della quercia. Roberta, amica e terapista mi ha indicato un esercizio da fare al muro per riallontanare delicatamente le vertebre dorsali, ma al muro non mi riesce; sulla quercia sì: è calda e accogliente.